L'esercito nel parco
Disegno antimilitarista. Utrecht, 1980. |
Per il ministro della Difesa Mario Mauro (che è pugliese) queste esercitazioni, lungi dal mettere in pericolo l'ambiente e la stessa economia della zona, sono una benedizione per l'area: "È vero – ha dichiarato - che sono un onere ma anche lo strumento attraverso il quale viene bonificato continuamente il terreno, vengono erogati dei contributi, se non ricordo male circa 600mila euro nell’arco dell’ultimo anno, e vengono effettuati tutti quei lavori di miglioria del territorio che nel dialogo con tutte le altre Istituzioni locali e egli enti parco contribuiscono a migliorare l’ambiente". Con un rovesciamento lessicale degno di Orwell il ministro lascia intendere che il modo migliore per “bonificare” l'ambiente ed il terreno circostante sia sparare in un'area protetta e “monetizzarne” il rischio. Per comprendere appieno la risibilità di queste affermazioni basta leggere un'indagine conoscitiva del Centro Studi della Commissione Difesa (non dunque di una associazione … “bolscevica”) del maggio 2008 in merito alle servitù militari.
Dopo aver affermato che le servitù militari possono svolgere una funzione di tutela paesaggistica, impedendo la speculazione edilizia (motivazione che non regge per un'area già protetta), il documento ammette, riferendosi alla Sardegna - una regione nella quale le servitù militari sono estremamente invadenti e nei cui poligoni di tiro si utilizzano, non di rado, proiettili a base di uranio impoverito - che: (…) "l’intensità e la concentrazione delle esercitazioni a fuoco, nonché la sperimentazione di armamenti con uso di combustibili e propellenti, hanno comunque avuto un sensibile impatto ambientale su molti territori della Regione, la cui possibile riqualificazione, in prospettiva, richiederà costose e difficili opere di bonifica e ripristino che, in alcuni casi, non potranno probabilmente essere totalmente soddisfacenti (si pensi al recupero degli ordigni inesplosi giacenti sui fondali marini)". Questo è quello che le Forze Armate hanno fatto in Sardegna, e questo è quello che - se non saranno fermate per tempo - faranno in Puglia.
L'UNIONE SINDACALE ITALIANA -AIT Puglia chiede l'immediata e definitiva sospensione di tutte le esercitazioni militari nel Parco dell'Alta Murgia e la totale eliminazione della servitù militare nell'area. Si riserva di intraprendere – in concorso con altri soggetti sociali - tutte le iniziative idonee ad impedire lo scempio del territorio e la dilapidazione di risorse che – in tempi di crisi – andrebbero indirizzate a sostenere le fasce di popolazione impoverite da una crisi finanziaria globale che non hanno causato e di cui non hanno alcuna responsabilità.